Principali malattie delle piante ornamentali

Le piante come tutti gli essere viventi sono soggette a delle malattie causate generalmente da agenti patogeni come funghi, virus, da stress ambientali o da carenze nutrizionali. Spesso queste possono essere collegate tra di loro come nel caso in cui piante che hanno subito danni dovuti a condizioni meterologiche avverse (siccità, vento) possono essere facilmente suscettibili ad attacchi di insetti e di organismi patogeni. Infatti,  le piante non si ammalano generalmente senza un apparente motivo e  alla base di una buona gestione del verde ornamentale vi è soprattutto la gestione integrata della pianta, cercando di evitare stress idrici e nutrizionali, effettuando corrette potature ed andando in questo modo a rafforzare le difese della pianta stessa.
Qui di seguito sono descritte alcune delle principali malattie che interessano le piante ornamentali focalizzando l'attenzione su come riconoscerle, prevenirle e curarle.

Cacro del cipresso


Il cancro del cipresso è una patologia fungina in grado di provocare ingenti danni su diverse
Cupressacee provocato dal fungo  Seiridium cardinale.
L'ingresso del fungo avviene generalmente attraverso ferite presenti sulla pianta ed in condizioni favorevoli anche  tramite aperture naturali (stomi, lenticelle) e generalmente le infezioni avvengono in periodi autunnali o primaverili, dove le condizioni di umidità e temperatura sono ideali per lo sviluppo dei funghi. 

Le manifestazioni esterne, inizialmente poco visibili ad occhio nudo, sono date dall'emissione di alcune gocce di resina localizzate sulla corteccia all'inserzione dei giovani rametti sul tronco.  Praticando un'incisione superficiale in corrispondenza dell'emissione di resina, si osserva un imbrunimento dei tessuti corticali malati che si differenziano nettamente da quelli sani adiacenti di colore biancastro.  Successivamente, nella parte esterna della corteccia iniziano dapprima a formarsi delle macchie bruno-rossastre e poi delle spaccature in senso longitudinale  che danno luogo al "cancro", dal quale fuoriescono notevoli quantità di resina che cola verso il basso.  Quando la necrosi o più necrosi circondano la corteccia di un ramo o del tronco di una pianta la parte soprastante dissecca e Il colore della chioma passa velocemente dal verde pallido al giallo paglierino - rossiccio.
I principali mezzi di difesa possono essere di vario genere. La difesa meccanica consiste  nell'abbattimento e distruzione con il fuoco delle piante morte o gravemente infette finalizzato a diminuire il potenziale di inoculo del parassita ed il numero degli scolitidi presenti nell'ambiente.  Altra variante della lotta meccanica è quella chirurgica che prevede l'asportazione del cimale o del ramo malato. Una volta individuato il cancro, si procede ad una decorticazione verso il basso fino a raggiungere i tessuti sani sui quali si procede al taglio di risanamento e la ferita dovrà essere protetta con appositi mastici coprenti e disinfettanti.
Altro sistema di difesa è quella chimica da effettuare principalmente con prodotti fungicidi (anche rameici) nei periodi di maggior diffusione del fungo ovvero quelli primaverili e autunnali. Tuttavia questi interventi risultano essere abbastanza onerosi se eseguiti su individui di grandi dimensioni rendendosi economicamente vantaggiosi solo per alberi di elevato valore paesaggistico.
Infine molto importante è la scelta di piante resistenti al patogeno. Infatti negli ultimi anni, grazie al contributo del CNR è stato possibile, tramite processi di selezione genetica,  sviluppare alberi meno suscettibili ai danni causati dal fungo.



Cancro  corticale del castagno 

L’agente patogeno del cancro corticale del castagno è un fungo chiamato Cryphonectria parasitica. Le sue spore sono diffuse tramite l’acqua piovana, insetti, lumache e uccelli. Quando le spore si posano su un castagno con ferite fresche (da potatura o innesto, da crescita, da rotture di rami), queste possono germinare dando vita all'infezione. La corteccia colpita assume inizialmente una colorazione rossastra per poi fessurarsi longitudinalmente. L’albero reagisce tentando di cicatrizzare il tessuto distrutto, ciò che dà origine alle classiche necrosi corticali chiamate comunemente cancri.
Questa malattia ha una grande rapidità di abbattimento, e se non curata nel modo adeguato oppure se trascurata può portare nel giro di pochi mesi alla morte della pianta stessa, diffondendosi anche alle piante limitrofe. Il parassita colpisce in primo luoghi i rami più piccoli e giovani per passare nel giro di poco tempo ai rami più grossi fino ad arrivare al tronco dell’albero.
Molto importante risulta eradicare il più velocemente possibile i primi focolai e alla comparsa dei sintomi rimuovere immediatamente le parti di pianta infette e bruciarle (se la pianta è interamente  compromessa è fondamentale rimuovere l'intera pianta).  Si deve inoltre ricordare che durante la fase di potatura è importate disinfettare gli attrezzi da taglio passando ai successivi alberi essendo questi un vettore di trasmissione dell'infezione (con fiamma o alcool 70°). 
Quando il cancro corticale è molto diffuso all’interno di un castagneto una sua eradicazione non è piùpossibile. In questi casi vi è la possibilità di controllarlo attraverso una lotta biologica attiva che consiste nel trattare i cancri in modo mirato con ceppi ipovirulenti di C. parasitica (ceppi funginei trattati con dei virus che ne attenuano l'aggressività), che una volta inoculati, per via dell'ipovirulenza portano alla cicatrizzazione dei cancri stessi e arrestano la progressione della malattia.
Infine va segnalata la presenza sul mercato di piante di castagno resistenti al cancro corticale.



Oidio o mal bianco delle piante ornamentali

I funghi appartenenti alla famiglia delle Erysiphaceae sono la causa dell’alterazione, riscontrabile nel periodo estivo su molte piante, comunemente conosciuta con il nome di Mal Bianco. Questi si sviluppano  sulla parte erbacee della pianta ( principalmente foglie e germogli) e generano  una sorta di fitta ragnatela abbastanza evidente che compromette le funzioni vitali della pianta.  
Le foglie molto colpite disseccano e cadono anticipatamente per cui forti attacchi di mal bianco possono causare defogliazioni intense.
Gli oidii si sviluppano esternamente all’ospite, ancorandosi ad esso per mezzo di appressori e con delle strutture dette austori penetrano nelle cellule delle piante e ne assorbono il contenuto. 
La difesa si attua effettuando degli interventi fitosanitari irrorando le foglie con prodotti a base di Zolfo o adoperando vari fungicidi sistemici in grado di penetrare nella pianta.